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lunedì 13 ottobre 2014

I VANTAGGI DELL’INGEGNERIA ANTINCENDIO (F.S.E)


I VANTAGGI DELL’INGEGNERIA ANTINCENDIO (F.S.E)


ESEMPI GRAFICI E COMMENTATI DI PROGETTI GIA’ CONSEGNATI

 
Introdotta in Italia con il D.M. 9 maggio 2007, l’INGEGNERIA ANTINCENDIO (F.S.E.) si sta affermando come eccezionale strumento progettuale, che permette di approcciare la progettazione antincendio con un nuovo metodo, efficace e su solide basi scientifiche, che fa ricorso a simulazioni tramite software di tipo CFD (fluidodinamica computazionale).

 Attraverso la vera e propria simulazione dello sviluppo di un incendio, negli scenari più significativi, si valutano e si ottimizzano le caratteristiche fondamentali per la salvezza della persone (sviluppo di fumo e di specie tossiche, temperature, visibilità) e per la sicurezza dell’edificio stesso (impatto delle alte temperature e delle fiamme sulle strutture).


SIMULAZIONI PER LA SALVEZZA DELLE PERSONE: si valutano la propagazione e composizione dei FUMI, le TEMPERATURE e l’IRRAGGIAMENTO nelle prime fasi dell’incendio.

SIMULAZIONI PER LA RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE: si valuta lo stress termico (temperature, irraggiamento…) per tutta la durata dell’incendio, consentendo di ridurre la classe di resistenza al fuoco richiesta dalla normativa o di evitare la protezione delle strutture.


ALCUNI ESEMPI DI RISULTATI GIA’ CONSEGUITI APPLICANDO LA F.S.E.

 
VANTAGGIO 1: deroghe alle normative vigenti in termini di sistema di aerazione naturale e di sistema di evacuazione fumi, molto interessante nei casi di presenza di vincoli derivanti da situazioni esistenti o da scelte architettoniche o ancora da decisioni della Soprintendenza.








VANTAGGIO 2: deroghe alle normative vigenti in termini di minore superficie di aerazione naturale per le autorimesse, con conseguente risparmio economico e di superficie libera.









VANTAGGIO 3: deroghe alle normative vigenti in termini di mancata separazione REI tra diversi locali, con conseguente risparmio economico e semplificazione costruttiva.

 



VANTAGGIO 4: deroghe alle normative vigenti relative al sistema di esodo di un complesso multisala, a causa di vincoli architettonici.





VANTAGGIO 5: deroghe alle normative vigenti relative alla massima superficie delle aree espositive, al fine di garantire maggiore flessibilità all’utilizzo dell’edificio.

 



VANTAGGIO 6: deroghe alle normative vigenti relative alla classe di resistenza al fuoco delle strutture, al fine di evitare una spesa eccessiva nei casi in cui la protezione delle strutture non è rilevante.

 



VANTAGGIO 7: dimostrazione della sicurezza antincendio di una scala non protetta con strutture REI verso i locali adiacenti, come invece richiesto dalla normativa.



venerdì 10 ottobre 2014

IL DIRETTORE OPERATIVO ANTINCENDIO


 
 
Siamo tutti concordi sul fatto che sia necessario un controllo assiduo ed esperto delle lavorazioni ai fini della conformità antincendio ma allo stato attuale non esiste la figura del “Direttore Lavori Antincendio” in quanto costituirebbe un vulnus legislativo. Ciononostante, nell’ambito dell’Ufficio di D.L. è possibile individuare la figura del “Direttore Operativo Antincendio”.

Infatti lo stesso DPR 207 del 5-10-2010 prevede, all’art. 147, quanto sotto riportato:

 
Art. 147. Ufficio della direzione dei lavori

1. Per il coordinamento, la direzione ed il controllo tecnico-contabile dell’esecuzione di ogni singolo intervento le stazioni appaltanti, prima della gara, istituiscono un UFFICIO DI DIREZIONE LAVORI, costituito da un direttore dei lavori ed eventualmente, in relazione alla dimensione e alla tipologia e categoria dell’intervento, da uno o più assistenti con FUNZIONI DI DIRETTORE OPERATIVO o di ispettore di cantiere.

2. L'ufficio di direzione lavori è preposto alla direzione ed al controllo tecnico, contabile e amministrativo dell'esecuzione dell’intervento secondo le disposizioni che seguono e nel rispetto degli impegni contrattuali.

 

Inoltre, l’art. 149 dello stesso decreto, specifica le funzioni dei Direttori Operativi:

 
Art. 149. Direttori operativi

1. Gli assistenti con funzioni di direttori operativi collaborano con il direttore dei lavori nel verificare che lavorazioni di singole parti dei lavori da realizzare siano eseguite regolarmente e nell'osservanza delle clausole contrattuali.

2. Ai direttori operativi possono essere affidati dal direttore dei lavori, fra gli altri, i seguenti compiti:

[…]

h) DIREZIONE DI LAVORAZIONI SPECIALISTICHE.

 
In conclusione la figura del DIRETTORE OPERATIVO ANTINCENDIO si può normativamente inserire nell’ambito dell’Ufficio di Direzione Lavori, con il compito della D.L. specialistica antincendio (figura infatti presente in diversi cantieri di medio-grandi dimensioni che sto seguendo attualmente). Sarebbe in capo a tale figura la verifica della corretta esecuzione delle opere, dal punto di vista antincendio (resistenza al fuoco, reazione al fuoco, impianti ecc), sia come controllo della conformità al progetto ed alle norme di prevenzione incendi (vedere Asseverazione prevista dall’art. 4 del DM 7 agosto 2012) sia come controllo della correttezza tecnica delle opere (in funzione della certificabilità).

La necessità della nomina di tale figura nell’ambito di un cantiere è una scelta in capo alla Stazione Appaltante. Certamente, sebbene io non sia un avvocato, dubito che un qualsiasi RUP si assuma la responsabilità di NON aver individuato la figura del D.O. Antincendio in un cantiere di medie o grandi dimensioni!

Il passo in avanti della normativa, a mio personale avviso, dovrebbe essere quello di introdurre, PER TUTTE LE ATTIVITA’ SOGGETTE AL DPR 151/2011, l’obbligo di istituire la D.O. Antincendio, che si occupi delle certificazioni e, magari, anche dell’Asseverazione, in modo da chiudere il cerchio che inizia con la Progettazione Antincendio (che non intendo esaurita con la mera Pratica di Prevenzione Incendi) e si conclude con la Gestione Antincendio (DVRI e Piano di Emergenza, oltre al SGSA nei casi ove richiesto dalla legge).

Per ciò che concerne il possibile compenso professionale del D.O. Antincendio, si deve prendere a riferimento il D.M. 31 ottobre 2013 n. 143, Regolamento recante determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all’architettura ed all’ingegneria. La tabella Z-2 del citato D.M., prevede, alla riga QcI.05, un parametro del 1% per ogni addetto con qualifica di Direttore Operativo, sebbene non sia esplicitata la Direzione Operativa Antincendio…

giovedì 9 ottobre 2014

CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO. Dalle classi italiane a quelle europee

Di seguito una tabella per semplificare il passaggio dalle classi di reazione al fuoco italiane, ancora molto presenti nelle prescrizioni delle normative ante 2005, e le corrispondenti euroclassi alle quali ormai occorre far riferimento.
Un utile strumento per i progettisti.


mercoledì 8 ottobre 2014

Una veste grafica per la nuova Guida Tecnica sui requisiti antincendio delle facciate

Per la guida completa in formato grafico cliccare al seguente link:
http://www.insic.it/Prevenzione-incendi/Notizie/Veste-grafica-Guida-Tecnica-requisiti-antincendio-facciate/27123101-8b5b-4dc1-9018-abf1fc243375

 
 
Recentemente il Corpo Nazionale VV.F. ha emanato la Lettera-Circolare Prot. n. 5043 del 15 aprile 2013, avente come oggetto l’aggiornamento della Guida Tecnica su “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”. L’applicazione di tali indicazioni è su base volontaria, il Corpo VV.F. si limita a raccomandarne l’utilizzo, in attesa di ulteriori sviluppi conoscitivi a livello europeo. Difficilmente però un professionista che si accinge a progettare ex-novo un edificio civile con altezza antincendio superiore a 12 m, potrà non tener conto delle raccomandazioni di tale Linea Guida, che ad oggi rappresenta sicuramente uno strumento validissimo, frutto di intensa attività di studio e ricerca. In particolare la Linea Guida fornisce le necessarie indicazioni al fine di sviluppare il progetto complessivo e di dettaglio di tutti quei nodi in cui una compartimentazione orizzontale o verticale interferisce con la facciata dell’edificio. Ciò riveste particolare importanza nell’ottica della redazione delle certificazioni relative alle compartimentazioni, che verranno allegate alla SCIA, alla fine dei lavori, prima dell’avvio dell’attività. Si auspica che già in fase progettuale, se non di richiesta di valutazione del progetto (art. 3 D.P.R 151/2011), vengano fornite al Comando VV.F. le indicazioni utili a dettagliare le caratteristiche di resistenza al fuoco degli elementi della costruzione. Sebbene non sia richiesto esplicitamente dalla normativa, il Progetto di prevenzione incendi potrebbe prevedere un’elencazione dettagliata delle caratteristiche di resistenza al fuoco dei vari elementi, come nell’esempio riportato nella figura seguente. Tali informazioni non solo dimostrerebbero l’effettiva applicazione delle prescrizioni delle norme “verticali”, ma risulterebbero molto utili per lo sviluppo delle fasi successive della progettazione (architettonica e strutturale), soprattutto in quei casi in cui il Progettista antincendio non coincide con chi redige il Progetto Esecutivo. Tale elencazione, magari accompagnata da semplici ma chiari schemi grafici degli elementi e nodi principali, dovrebbe contenere anche le indicazioni relative alla resistenza al fuoco delle facciate e delle interconnessioni tra queste e le compartimentazioni verticali ed orizzontali.
In relazione alla Guida Tecnica Facciate, è stata predisposta dall'ing. Filippo Cosi una serie di schemi grafici che illustrano in modo chiaro le indicazioni ivi contenute, al fine di consentire un’agevole consultazione da parte del Progettista. Tali schemi sono suddivisi in due serie:
1.      Definizioni
2.      Caratteristiche antincendio.
Gli schemi grafici sono accompagnati dai corrispondenti punti della Linea Guida.
 
Per la guida completa in formato grafico cliccare al seguente link:
http://www.insic.it/Prevenzione-incendi/Notizie/Veste-grafica-Guida-Tecnica-requisiti-antincendio-facciate/27123101-8b5b-4dc1-9018-abf1fc243375


Esempio di scheda grafica con riferimento ai punti della Linea Guida Antincendio Facciate

In arrivo il Testo Unico Antincendio!


Sta per cambiare tutto!!
 
 
 
Il Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi, altrimenti definito Testo Unico Antincendio, ovvero Codice di Prevenzione Incendi, ovvero RTO (regola tecnica orizzontale) è stato presentato ufficialmente agli addetti ai lavori il 1° e 2 ottobre 2014 al Forum Antincendio a Milano, organizzato dalla Rivista Antincendio, sulla quale credo che sicuramente si leggerà diffusamente nei prossimi numeri.
 In sintesi, dopo aver letto la bozza di settembre 2014, si può dire che sostituirà diverse normative attuali, in primis il vecchio DM 10-03-98 oggi utilizzato per progettare le attività soggette ma prive di norma specifica. Infatti la metodologia sarà quella della Valutazione dei rischi (vedi ex 626/94 e DLgs. 81/2008) e quindi si configura come una RTO (Regola tecnica orizzontale). In aggiunta, però, sono previste delle regole specifiche per determinate attività, come le autorimesse, gli uffici, le scuole eccetera.
 Tale evoluzione normativa è di entità storica e comporterà una maggiore competenza da parte del progettista antincendio, che non potrà più limitarsi a ricopiare il testo delle norme verticali per dimostrare la sicurezza antincendio dell'intervento in progetto.
Personalmente, ho simulato l'applicazione della bozza della RTO ad un progetto realmente eseguito (con parere favorevole ottenuto e SCIA presentata) concernente un'attività soggetta ma non normata (stabilimento manifatturiero) ottenendo differenze rilevanti su determinati aspetti, come la compartimentazione ed il sistema di esodo. Mi sembra chiaro che in certi casi potrà convenire l'applicazione di tale nuova normativa in quanto supera alcune restrizioni delle attuali prescrizioni che sono sempre risultate eccessive e difficili da far digerire ai nostri committenti, oltre che poco rilevanti ai fini della reale sicurezza antincendio.

La progettazione antincendio delle autorimesse con FDS: aerazione naturale e sicurezza dell’esodo


Sintesi ragionata dell’Articolo. Il testo completo è leggibile sul numero 04/2014 della Rivista Antincendio – EPC Periodici.




Abstract
Sul numero di Aprile 2014 della Rivista Antincendio (EPC Periodici) è stato pubblicato un articolo di Filippo Cosi, in cui viene illustrato uno studio di Ingegneria Antincendio relativo ad un’autorimessa interrata  multipiano. Lo studio è basato su una trentina di simulazioni condotte con il software FDS - Fire Dynamics Simulator, realizzate per valutazioni ingegneristiche a carico di un’autorimessa poi effettivamente realizzata.
Come richiesto dalle linee guida internazionali e dalla normativa italiana (D.M. 9 maggio 2007, Lett. Circ. 31 marzo 2008, ecc), gli scenari esaminati si differenziano per posizione del focolaio, ubicazione e ampiezza delle superfici di aerazione, caratteristiche del sistema di esodo. Sono stati eseguiti diversi confronti tra le varie configurazioni, per valutarne la migliore ai fini della sicurezza dell’esodo delle persone (obiettivo primario della sicurezza antincendio).
L’attenzione è focalizzata sul sistema di aerazione naturale, analizzando sia configurazioni conformi alla normativa che in deroga. Si scopre che anche una configurazione non conforme può garantire idonei standard di sicurezza.
 


 
Gli obiettivi dello studio
L’obiettivo generale dello studio è quello di dimostrare, tramite simulazioni di incendio, che diverse configurazioni del sistema di aerazione naturale dell’autorimessa, correlate a diverse configurazioni del sistema di esodo, permettono condizioni di sicurezza inaspettate, anche nei casi non conformi alla normativa attuale (D.M. 1 febbraio 1986).
Obiettivo 2. Dimostrare l’efficacia di un sistema di aerazione naturale non pienamente conforme al disposto normativo. Infatti il decreto si limita a prescrivere un valore minimo della superficie di aerazione naturale (4% = 1/25) ed una distanza reciproca massima tra le aperture (40 m). Non si fa distinzione, invece, tra le aperture di evacuazione fumi e quelle di ingresso dell’aria esterna di riscontro (questa differenziazione è invece chiaramente riscontrabile nella norma UNI 9494).
Nella configurazione proposta (layout C) si rispetta comunque la percentuale del 4% per la superficie di aerazione naturale, ma vengono distinte le aperture di evacuazione fumi (ubicate nella parte alta dei comparti) da quelle di ingresso dell’aria esterna (ubicate nella parte bassa). Inoltre, la separazione delle aperture di ventilazione tra i diversi livelli dell’autorimessa, richiesta dal D.M., viene applicata esclusivamente alle aperture di evacuazione fumi. In questo modo, sfruttando il naturale andamento dei fumi caldi verso l’alto, il progettista può cercare di definire a priori da quali aperture fuoriusciranno i fumi e da quali entrerà l’aria esterna. In questo caso risulta quindi superflua la separazione delle aperture per l’aria esterna tra i diversi livelli di un’autorimessa multipiano. Di conseguenza è necessaria una superficie minore da destinare alle griglie di aerazione al piano della copertura, a parità di effetti. Questo costituisce un indubbio vantaggio in termini architettonici in quanto è maggiore la superficie in copertura a disposizione per le sistemazioni esterne. Addirittura risulta che una più razionale configurazione del sistema di aerazione naturale, a parità di superficie, comporta significativi miglioramenti rispetto alla configurazione base (cioè quella pienamente conforme alla norma).
Obiettivo 3. Attraverso lo scenario D, si dimostra che, pur riducendo la superficie di aerazione a valori inferiori al 4% richiesto dal D.M., si possono garantire, nella configurazione predisposta, migliori condizioni interne nel corso delle prime fasi dell’incendio.
Obiettivo 4. Parallelamente, si illustra come i fumi non invadono i livelli soprastanti a quello dell’incendio, sebbene i cavedi  per l’ingresso dell’aria esterna siano in comune tra i vari piani.
Ulteriori simulazioni hanno dimostrato che, ove possibile, è conveniente posizionare le vie di fuga nelle vicinanze delle aperture basse da cui l’aria esterna penetra nel comparto.
 

 

Conclusioni
I casi di studio qui illustrati, che costituiscono solo una piccola parte delle numerose simulazioni condotte, confermano le motivazioni che hanno portato, nel nostro Paese, alla formalizzazione delle metodologie dell’Ingegneria antincendio, con l’emanazione del D.M. 9 maggio 2007 e delle relative circolari esplicative. E’ stato preso atto dal legislatore che il professionista antincendio non può più limitarsi al solo rispetto delle normative esistenti in quanto questo non garantisce sempre livelli di sicurezza idonei. Viceversa, spesso le prescrizioni della legge risultano difficili da rispettare. Per cui dal 2007 è stato attribuito valore legale all’Ingegneria antincendio e sono stati forniti due binari entro cui gli approfondimenti tecnici devono viaggiare. Attualmente la F.S.E. viene utilizzata soprattutto al fine di avvalorare scelte progettuali difformi dalla normativa ed è necessario passare attraverso lo strumento della deroga.
Tenendo però conto del futuro passaggio dalle norme tecniche verticali attuali al nuovo Codice di Prevenzione Incendi, i metodi della Fire Safety Engineering saranno uno strumento sempre più utile per il progettista antincendio. La nuova RTO infatti consentirà al progettista maggior spazio di manovra superando i vincoli eccessivi delle attuali norme prescrittive, ma per navigare in tale spazio di manovra sono necessarie competenze specifiche ed esperienza che solo un progettista antincendio esperto di FSE può garantire.

 
 

 

martedì 7 ottobre 2014

CURRICULUM



CURRICULUM  Ing. Filippo Cosi
 
Juventus Stadium in costruzione (2011).
Verifiche antincendio per CPI e CPVLPS
 
 
Laureato in Ingegneria Edile presso il Politecnico di Torino nel 1999, ha iniziato l’attività professionale nei campi della Prevenzione Incendi, della Sicurezza nei posti di lavoro e della Sicurezza nei cantieri, svolgendo anche incarichi di R.S.P.P. e di Coordinatore della Sicurezza sia per la Progettazione che per l’Esecuzione.
Ha collaborato con diversi studi e professionisti dell’antincendio a livello nazionale, soprattutto per lavori pubblici, come ospedali, sedi universitarie, locali di pubblico spettacolo, musei, biblioteche, impianti sportivi, sia in ambito nazionale che internazionale.
Socio di AI Studio di Torino, è responsabile del gruppo di Prevenzione Incendi, che si occupa in particolare di edifici complessi o di grandi dimensioni, a livello nazionale e internazionale.
Ha richiesto e ottenuto diverse istanze di deroga con i metodi della Fire Safety Engineering, applicando software per le simulazioni fluidodinamiche dell’incendio.
Tra gli interventi di cui si è occupato si possono elencare il Nuovo Centro Congressi di Fuksas a Roma, il Palazzo della Regione Piemonte, la villa dell’Emiro del Qatar, gli stabilimenti Dior a Scandicci e Fossò, gli Headquarters Lavazza a Torino, il Training Center Juventus, la Sala XIX dell'ONU a Ginevra, lo stabilimento Ferrari a Maranello.
Si tiene in costante aggiornamento nel campo della prevenzione incendi.
E’ membro della Commissione di Prevenzione Incendi dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino.
 
La Nuvola di Fuksas. Roma EUR. Il centro congressi più grande d'Italia.
Simulazioni con FDS per l'ottenimento di deroghe antincendio


Headquarters Lavazza in Torino.
Progetto Antincendio

Centro sportivo Z5 a Borgaro.
Progetto Antincendio
 
 
 
JUVENTUS Training Center.
Progetto Antincendio
LAVAZZA S.p.A. - Edificio storico da adibire ad esposizioni e pubblico spettacolo.
Progetto Antincendio con Deroga F.S.E.
OGR Torino.
Progetto per il Nulla Osta di Fattibilità con studi F.S.E.
Lombardia. Fabbricato isolato adibito a magazzino intensivo.
Progetto Antincendio con deroga sulle strutture, utilizzando la F.S.E.
Lombardia. Fabbricato isolato adibito a magazzino intensivo.
Valutazioni sugli sprinkler, utilizzando la F.S.E.
Lombardia. Fabbricato esistente di tipo industriale.
Progetto Antincendio, con deroga, utilizzando la F.S.E.
Simulazioni specifiche con FDS.
Analisi comportamento al fuoco di diversi materiali
Simulazioni specifiche con FDS.
Analisi propagazione dell'incendio nel caso di stoccaggio su pallet
Lombardia. Fabbricato industriale esistente.
Progetto Antincendio con deroga, utilizzando la F.S.E.

Sede Direzionale e Produttiva MANUFACTURES DIOR a Scandicci (FI).
Progetto Antincendio e SCIA finale





 
 

Resistenza al fuoco. Come descriverla in un progetto

La nuvola di Fuksas a Roma EUR. Il Centro Congressi più grande d'Italia. 
Opere in fase di ultimazione

 

Resistenza al fuoco.

Come descriverla in un progetto di prevenzione incendi

Articolo a cura di Filippo Cosi
( 7 ottobre 2014 )


 
REI120? R90? EI60? EW30? Ma cosa devo scrivere nella relazione del progetto antincendio???
 
Nell'ottica della crescente importanza che la progettazione della sicurezza antincendio assume nell'ambito dell'ingegneria integrata, in particolare per gli interventi di notevoli dimensioni e rilevante complessità, è necessario definire in modo chiaro già a livello di Progetto Definitivo le caratteristiche degli elementi costruttivi ai fini della resistenza al fuoco.
Le attuali norme verticali, per ciascuna tipologia di attività soggetta i controlli dei VV.F., definiscono al più una classe di resistenza al fuoco delle strutture portanti ed una per le strutture di separazione. Ma sappiamo bene quanto può essere complesso un fabbricato, soprattutto se multipiano e se adibito ad ospitare attività diverse o anche solo differenti livelli di rischio o carico di incendio.
Ecco allora che non è più sufficiente esprimere la classe di resistenza al fuoco come un unico valore, bensì diventa importante descrivere tale caratteristica per ogni elemento costruttivo che dovrà essere realizzato nell'ambito dell'intervento in progetto.
All'interno della Relazione di Prevenzione Incendi, per intenderci quel documento che va consegnato al Comando VV.F. per ottenere l'approvazione del progetto come richiesto dall'art. 3 del D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151, dovrebbe essere inclusa un’elencazione dettagliata delle caratteristiche di resistenza al fuoco dei vari elementi, come nell’esempio riportato nella figura in fondo. Tali informazioni non solo dimostrerebbero l’effettiva applicazione delle prescrizioni delle norme “verticali”, ma risulterebbero molto utili per lo sviluppo delle fasi successive della progettazione (architettonica e strutturale), soprattutto in quei casi in cui il Progettista antincendio non coincide con chi redige il Progetto Esecutivo. Tale elencazione, magari accompagnata da semplici ma chiari schemi grafici degli elementi e nodi principali, dovrebbe contenere anche le indicazioni relative alla resistenza al fuoco delle facciate e delle interconnessioni tra queste e le compartimentazioni verticali ed orizzontali.
 


La nuvola di Fuksas a Roma EUR.  
Progetto di prevenzione incendi di Ing. Stefano Cremo (Ai Group).
 

La nuvola di Fuksas a Roma EUR. 
Simulazioni con FDS di Ing. Filippo Cosi (Ai Group).